Al momento stai visualizzando Bocca di Magra e il monastero Santa Croce

Bocca di Magra e il monastero Santa Croce

Probabilmente non sono in molti a sapere che Ameglia ha la fortuna di ospitare all’interno del suo territorio un bene culturale di estrema rilevanza, forse tra i più importanti tra quelli legati alla storia del nostro comune e alle forti tradizioni della Marineria.

Nei documenti ed in particolare un manoscritto del secolo XV che tutt’ora è conservato a Firenze si s copre che i naviganti di un tempo, quando si venivano a trovare in seria difficoltà arrivando anche a perdere la rotta, recitavano lecosiddette “Sante Parole”, cioè una lunga litania di preghiere in onore dei luoghi di culto di cui erano piene le rive del Mediterraneo e dell’Atlantico, luoghi noti a chi praticava il cabotaggio (navigazione costiera)

Come arrivare

Le indicazioni da percorrere solno quelle indicate nella sezione “Bocca di Magra“. Una volta arrivati alla frazione di Bocca di Magra percorrendo “Via Fabricotti”, non vi é consetito procedere dritti per entrare dentro il paese. Svoltate a destra in “Via Sans Facon” e procedete dritti per 300 metri.

A questo punto svoltate a destra per “Via Santa Croce” percorrete l’omonima strada per 700 metri e vi ritroverete il Monastero sulla sinistra.

La Storia

La testimonianza dice che le Sante Parole citavano i luoghi di culto seguendo le coste marittime in senso antiorario, e dopo aver fatto tutto il giro nel Mediterraneo orientale, nell’Adriatico e nel Mar Tirreno, l’enumerazione terminava davanti alla costa ligure; nel secolo XV il sito era completamente abbandonato ma l’imponente dimensione dell’antico monastero benedettino, nato alla fine del secolo XII, era malgrado tutto ben visibile dal mare ed il nome utilizzato nelle Sante Parole era “Santa Croce”.

Per la precisione, il Monastero di Santa Croce del Corvo venne fondato il 2 febbraio 1176, perv olontà del Vescovo di Luni, Pipino, che aveva dato in dono un appezzamento di terra e tutte le annesse competenze di sostentamento ad un monaco (menzionato nel documento solo comemon acho de Corvo), per costruire un monastero dedicato alla Santa Croce e al Beatissimo Nicodemo (interpretazione tardiva dell’abbreviazione “Nich”, che in realtà corrisponderebbe aNicholay Confessore).

La presenza della Santa Croce è da collegarsi alla “leggenda leobiniana”, che narra dell’arrivo sul litorale lunense, nel secolo VIII, di una nave senza nocchiero recante a bordo le reliquie del Sangue di Cristo e del Volto Santo; tali reliquie furono successivamente ripartite tra le principali comunità religiose della regione: la prima a Sarzana, la seconda a Lucca.

Visitare il Monastero di Santa Croce

Il Monastero si trova appena sopra il borgo di Bocca di Magra e regna sovrano sul fiume Magra e sul Mar Ligure. É immerso nella macchia mediterranea che diventa piú fitta in direzione di Montemarcello. Entrare nella piccola e magica cappella che ospita il Volto Santo del Corvo è un po’ come tornarein dietro nel tempo;

il visitatore rimane affascinato e turbato dalla figura di un crocifisso vivo e vestito, di grandi dimensioni, che torreggia sulle nostre teste.

Quasi si rimane intimoriti dallosguardo degli occhi fatti di pasta di vetro che sembrano accedersi di una luce interiore. L’imponenza dell’opera, resa ancora più incombente dalle piccole dimensioni della cappella, hanno fatto definire questa scultura “rex tremendae maiestatis”.

L’abside dell’antica chiesa antecedente alla fondazione del monastero, la quale presenta (unico caso nella Lunigiana storica) muri in laterizio, è stata riconvertita in occasione del ritorno dell’icona in una piccola ed intima cappella;

In quella stessa occasione nel transetto laterale dell’edificio vennericavato un alloggiamento per i sacerdoti eremiti che, nel corso dei secoli XVII e XVIII, mantennero viva la devozione al crocifisso.

Qui vi linkiamo un bel video prodotto dal Monastero santa Croce

Fabricotti e il Monastero di Bocca di Magra

Durante il periodo Ottocentesco, le soppressioni anticlericali provocano un nuovo declino del monastero, le cui terre vengono acquisite dal Demanio;

Successivamente, la proprietà viene acquistata dal magnate del marmo Carlo Andrea Fabbricotti, che vi edificò il suo palazzo personale sullo stile di una fortezza neo-gotica, utilizzando come manodopera i braccianti della Tenuta di Marinella.

Dopo il fallimento della famiglia Fabbricotti nel 1935 tutti quei beni, tra l’altro con valore storico culturale ed ambientale inestimabile, passarono al Monte dei Paschi di Siena;

Successivamente, il castello di Fabbricotti diventa la sede del comando delle truppe di occupazione tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, esponendo il sito a danni e saccheggi da parte di entrambe le parti del conflitto. Le fortune del Monastero volsero infine verso la loro destinazione attuale quando, nel 1952, i Carmelitani Scalzi ne presero possesso, espandendo la struttura del castello e facendone un centro di accoglienza e ritrovo spirituale.

Il Monastero e la Natura circostante

Oggi possiamo dire che questo inestimabile patrimonio storico, artistico e culturale è rimasto sostanzialmente conservato, nonostante le numerose vicissitudini; attraversare i viottoli del parco immersi in una vegetazione di rara bellezza, dove la secolarità di alcuni tipi di piante testimonian oche la mano dell’uomo non ha compromesso un bene comune di rara importanza, permette di godere della pace che sembra permeare immutabile ogni pietra del complesso.

I profumi che si possono respirare in qualsiasi stagione fanno vivere al visitatore una esperienza unica edinimitabile: dal corbezzolo alle querce, dalle acacie al pino marittimo, e poi abeti, cipressi ed ulivi, insomma la classica macchia mediterranea ci accompagna fino in riva al mare, mescolando i profumi unici del bosco a quelli del salmastro, dove una spiaggia di ciottoli di pietra, la cosiddetta “Carciofaia”, attende gli ospiti che possono immergersi in acque limpidissime, con il verde della vegetazione che sembra abbracciare il mare, specchiandosi sul fondale roccioso nitidamente visibile.

Terminando questo nostro percorso non possiamo che rimanere affascinati dalla vista panoramica che ci permette di ammirare il fiume Magra nella sua parte finale e la sua meravigliosa foce che diventa un tutt’uno con il mare, le maestose cime delle Alpi Apuane, definite le Dolomiti dell’Appennino, il tutto immerso in un’oasi verde di rara bellezza, dove è possibile trovare spazi ideali per la meditazione e il relax più totale in un silenzio quasi mistico.

Questo articolo ha un commento

  1. cavepig

    Le attrazioni nelle vicinanze includono La Marrana Arte Ambientale (1,1 km), Monastero di Santa Croce del Corvo (0,5 km) e Parrocchia Di Sant Andrea (0,4 km).

Lascia un commento